Intervista a Lucio Miele
-Ciao Lucio, hai portato recentemente insieme all’ensemble Tabula Arsa uno spettacolo d’improvvisazione dedicato ad IT. Com’è andato questo esperimento ?
Ciao Valerio, grazie in primis per il tempo che stai dedicando a me e al mio mondo musicale. Questo esperimento lo stiamo portando avanti con la rassegna “Free is be” nata a settembre 2018 insieme con Gabriele Pagliano, Michele Vassallo e Paolo Zamuner. L’intendo è quello di condividere esperienze musicali e approfondire la ricerca sulla musica improvvisata. Questa esperienza di “It” è stata davvero molto profonda sia dal punto di vista musicale che di condivisione, la mia gioia è stata vedere la partecipazione di tanti giovani musicisti e amici; penso sia un buon punto di partenza per poter condividere, conoscere esperienze diverse e dar frutto a nuove idee, e progetti innovativi.
-Anche se sei un ottimo batterista, in questa occasione ti sei trovato nella veste di direttore e compositore. Come ti ci sei trovato ? Era la prima volta ?
Sicuramente ci vuole ancora tanta strada per diventare un grande professionista. Posso dire che il mio percorso musicale è stato molto variegato passando dallo studio delle percussioni classiche allo studio della batteria. Negli ultimi anni, il contatto con gli alunni e il loro desiderio di conoscere il mondo della musica mi ha offerto diverse opportunità di dirigere piccoli ensemble, e di arrangiare piccole parti. Per quanto riguarda la musica improvvisata questa è stata la mia prima vera esperienza vissuta nelle vesti di compositore e ti posso dire che è stato davvero un bellissimo momento, per me molto costruttivo.
-Come avete lavorato nella composizione e nel concepire i singoli momenti musicali ?
Lo scrittore Enrico Macioci (studioso di S.King) ha scelto specifiche letture del romanzo “It” dove a fine spettacolo ha spiegato il pensiero e le tematiche trattate da S.King. Questo modo lo spettacolo è stato diviso in quattro sezioni : una parte introduttiva e delle letture singole. Siamo partiti lavorando su parametri musicali e narrativi che riuscissero a collegare il testo alla musica. Ci siamo messi alla ricerca di sonorità e atmosfere, che ognuno di noi ha interpretato secondo il suo modo più opportuno, nella sua unicità e originalità. Utilizzando varie forme di composizione, estemporanea, conduction, partitura grafica
–Vieni dal conservatorio e studi con Stefano Battaglia. Che rapporto hai con l’improvvisazione e la musica estemporanea ? Che futuro vedi per questa espressione musicale ?
Ho cominciato studiando batteria presso la PolyMusic a Salerno con il M. Gianni Ferrante, poi sono entrato in conservatorio dove ho studiato percussioni classiche con il M. Mariagrazia Pescetelli, immergendomi completamente nel mondo classico per poi ritornare allo studio della batteria. Praticando questo tipo di musica mi sento molto a mio agio e penso sia l’apice dell’espressione artistica, mi sento davvero cadere in un oblio di energie….. Per il futuro vedo una continua ricerca soprattutto nel nostro essere perché a mio parere bisogna migliora prima noi stessi per poter esprimere qualcosa…
-Che risposta hai avuto dal pubblico ?
Il pubblico ha risposto positivamente, c’è da dire però che tutta la nostra rassegna è stata svolta presso il Time Off Space di Salerno, quindi il pubblico ha visto e vissuto in pieno il nostro percorso.
-Era la prima volta che facevate esperimenti di unione tra musica e lettura ?
Durante la rassegna “free is be” abbiamo svolto con Tabula Arsa altri lavori di questo tipo, sempre insieme allo scrittore Enrico Macioci abbiamo musicato “Il battello ebbro” di A. Rimbaud, e “Il corpo”di S. King.
-Come sono stati scelti i componenti dell’ensemble ?
Attraverso un Open Call abbiamo deciso di dare la possibilità di partecipare a tutti gli artisti, di qualsiasi genere. Sperando, in questo modo di aver suscitato interesse e fatto conoscere questo stile nel contesto musicale salernitano.
Di Il tamburo parlante 21-06-2019